
Il Maxxi si profuma di Basilico
La presenza di queste donne ha donato alla mostra una sensibilità particolare. Come racconta Francesca Fabiani, Gabriele nei suoi scatti è riuscito a ritrovare l’essenza dei luoghi, nel caso delle fotografie di Beirut dopo la guerra civile, per esempio, quello che è stato rappresentato non è la città bombardata e distrutta, ma la riscoperta dell’identità perduta. La mostra è articolata in cinque sezioni che evidenziano l’interesse di Basilico per il linguaggio architettonico e la sua straordinaria capacità di interpretare la città e i suoi continui cambiamenti. Le opere tutte in bianco e nero sono esposte in una piccola sala con i muri color blu petrolio, questo garantisce un impatto visivo notevole, a completare l’esposizione il film-documentario inedito del regista e architetto israeliano Amos Gitai dedicato al fotografo. Una lunga intervista realizzata dallo stesso Gitai durante la Biennale di Architettura del 2012, in cui Basilico racconta il suo lavoro. “Gabriele Basilico. Fotografie dalle collezioni del MAXXI” non solo rende omaggio ad uno dei massimi interpreti della fotografia di architettura in Italia, ma ci spinge alla conoscenza dell’estetica pura dell’architettura contemporanea.
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