Quelli che come me hanno votato la prima volta nel 1994, sono nati sotto Andreotti. Era l’ultimo Andreotti quello del CAF, prima c’era stato l’Andreotti del sequestro Moro e degli anni di piombo, quello della Guerra Fredda e dei patti atlantici, quello che faceva da braccio destro a De Gasperi e prima ancora il giovane Padre Costituente. Andreotti c’era sempre stato ed era il diavolo, Belzebù, come lo ebbe a definire uno che di puzza di zolfo se ne intendeva. La postura da Nosferatu, l’ambiguità delle battute, il disincanto ostentato, la straordinaria longevità politica e le lunghe ombre proiettate sui gangli del paese, ne mitizzavano l’aurea mefistofelica e, come Satana Immortale, sembrava destinato a durare per sempre. Andreotti era il potere, il suo corpo fisico coincideva col dominio democristiano, letteralmente lo incarnava.