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Nek, incidente gravissimo con la sega circolare: “arti tagliati e sangue ovunque” | 10 ore d’intervento chirurgico

Nek-Lineadiretta24

Il famoso cantante è rimasto vittima di un terribile incidente con la sega circolare, il racconto da brividi dell’accaduto

Per tutti è Nek, ma il suo vero nome è Filippo Neviani; il cantante modenese in auge dai primi anni 90 ha un grande successo tra il pubblico che lo segue con passione e che incanta con la sua notevole voce e i suoi profondi occhi blu.

I suoi brani più famosi tra cui Laura non c’è, La vita è, Se io non avessi te, riscuotono il favore del pubblico non solo italiano ma anche dell’ America Latina e non  solo; successi internazionali che lo accompagnano per tutti i suoi 30 anni di carriera.

Oggi splendido 51enne, Nek non ha nessuna intenzione di smettere di allietare il pubblico con le sue esibizioni e i suoi concerti dal vivo, ma un terribile incidente ha rischiato di mettere fine alla sua carriera di musicista.

Nek: l’incidente con la sega circolare

Ospite a DeeJay chiama Italia Nek ha raccontato dell’incidente domestico in cui è accorso ferendosi le mani proprio come è accaduto a Gianni Morandi, ustionato nel suo giardino. Ricorda: “Prendo in mano quest’aggeggio, un flessibile munito di una sega circolare, particolarissima. Da notare che, il giorno prima, il venditore mi dice: ‘Filippo, stai attento perché so che si sono fatti male in tanti’. […] Una piccola distrazione e la mano va sulla sega che gira non potete immaginare a che velocità”.

Accade così proprio il peggio, ciò che il venditore gli aveva palesato: “Non me ne sono neanche accorto. Ho sentito come una scossa, come quando picchi il gomito contro lo spigolo del mobile. Mi guardo la mano, avvolta dal guanto: il taglio è netto, inequivocabile. Dico: ‘Cavolo, mi sono sfregiato’. Tolgo il guanto e con il guanto stava quasi per venire via il quarto dito. Medio e anulare sono quelli più devastati, l’anulare è reciso al 95%”.

Nek mostra le cicatrici su Instagram-Lineadiretta24

Il sangue e l’adrenalina

In momenti come questo, continua il suo terribile racconto, o ti blocchi rischiando però grosso o cerchi di reagire. L’adrenalina fa il resto, prende la macchina e corre in ospedale senza quasi sentire dolore: “Ogni tanto reinfilavo il dito in sede. Ti rendi conto di fare cose che a mente lucida ti sembrano impossibili (…) L’intervento è durato dieci ore, con 72 ore di prognosi. C’era il rischio necrosi, avevo perso tanto sangue. Riattaccare le dita non avrebbe garantito il successo dell’operazione”.

Oggi va molto meglio, ma il ricordo di quei tremendi momenti resta indelebile nella mente e nel cprpo, le cicatrici sono ancora evidenti e, confessa: “Ho dato via la macchina. L’ho fatta lavare, ma poi l’ho data via. Il guanto l’ho tenuto, e anche la sega è lì. Non la toccherò più, la guarderò tutte le volte in cui vorrò fare qualcosa”.