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Frutta secca, non mangiarla più: il rischio è enorme | Ecco perchè

noci nocciole mandorle e anacardi - lineadiretta24
frutta secca – lineadiretta 24.it (fonte pexels)

Frutta secca: esploriamo una volta per tutte il rapporto rischi-benefici di questo gustoso e croccante alimento.

È giunto il momento di aprire un annoso dibattito. Alzi la mano chi non adora la frutta secca! Glissando su eventuali allergie all’alimento, noci, nocciole, anacardi, pistacchi e mandorle rappresentano uno snack sano e in grado di saziare rapidamente l’appetito.

Pastosa al palato e fragrante in bocca, la frutta secca ben si presta a impreziosire primi piatti e salse, e funge inoltre da panatura esotica per carne, pesce e verdura. Per non parlare della farcitura di golose torte e dolcetti, a cui apporta un tocco di croccantezza extra. Arricchisce infine anche lo yogurt mattutino, nonché la sfoglia delle invitanti brioches del bar.

La questione è: fa davvero ingrassare? E, altresì, rappresenta sempre uno spuntino benefico, oppure è consigliabile depennarla dalla ruotine alimentare?

Scopriamolo insieme nel prossimo paragrafo: come amiamo spesso ripetere, la moderazione è la chiave per un perfetto bilanciamento psicofisico…

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frutta secca – lineadiretta24.it (fonte pexels)

Frutta secca: ecco i motivi per consumarla

Il consumo di questo alimento naturale presenta molti vantaggi. La frutta secca, innanzitutto, è una preziosa fonte di fibre insolubili, carboidrati, sali minerali, vitamine e Omega 3, specialmente nel caso delle noci e delle mandorle. Si rivela perciò un alleato insostituibile per gli sportivi, a cui regala immediatamente un power-up energetico, salvifico talvolta durante l’attività fisica.

Il suo alto potere saziante inibisce lo stimolo della fame, evitando le abbuffate fuori pasto. Ha infine effetti benefici anche sul colesterolo, implementando quello “buono”, e debellando la controparte nociva. Fa inoltre crollare il livello di trigliceridi nel sangue, normalizzando i relativi valori.

Frutta secca: i casi in cui evitarla

In alcune casistiche specifiche, gli esperti disincentivano il consumo di frutta secca, in particolar modo se affetti da sindrome del colon irritabile. L’alto livello di fibre insolubili contenute in essa, infatti, può rallentare l’assorbimento del glucosio a livello intestinale, ostacolando il processo di digestione.

Sebbene la ponderatezza sia d’uopo, i soggetti in sovrappeso dovrebbero evitare il consumo sistematico e ingente di mandorle, anacardi, pinoli e soci. Il loro elevato apporto calorico, infatti, può influire sulla bilancia, vanificando gli sforzi delle diete più rigorose, soprattutto se ingeriti con frequenza smodata. Attenzione infine ai livelli di sodio: molto spesso la frutta secca in commercio ha subito diversi trattamenti, prima del confezionamento, e può risultare eccessivamente salata. In questo caso, cerchiamo di prediligere i frutti ancora da sgusciare e privi di trattamenti industriali: la costrizione a recuperarli uno alla volta scoraggerà, oltretutto, un consumo sfrenato!