Imposta di registro per gli affitti, questa sconosciuta: se non ci presti attenzione finisci nel penale

Se non fai attenzione all’imposta per gli affitti potresti avere seri guai con la legge. Si finisce nel penale.
Questi affitti sono ormai diventati un argomento molto caldo nell’economia del nostro paese. Il tema si rivela ormai essere estremamente insidioso per via di una serie di cambiamenti che ci sono stati anche negli ultimi mesi. In realtà la giurisdizione ha cambiato alcune regole semplicemente per permettere un migliore incontro tra domanda e offerta degli affitti.
Quando si parla di un mercato immobiliare fermo al palo, non ci si riferisce solo ed esclusivamente alla vendita e all’acquisto delle case, ma anche alla locazione degli immobili.
Particolare attenzione viene rivolta nei confronti dell’applicazione dell’imposta per gli affitti che potrebbe mettere nei guai coloro che sono chiamati a versarla ma che non provvedono al pagamento. L’Agenzia delle Entrate proprio di recente è stata chiamata a chiarire una questione molto importante, ovvero la possibilità di cadere nel penale nel caso in cui non si provveda al versamento dell’imposta di regista.
È quindi il momento di chiarire quello che è stato evidenziato nella risposta n.185 pubblicata il 18 settembre 2024. La spiegazione è stata semplice e ha permesso di comprendere la regolamentazione dietro a quella che è l’imposta di refgisto.
Cosa sapere sull’imposta di registro
Considerando la complessità della materia degli affitti è forse il caso di fare chiarezza. Quando si parla di imposta di registro ci si riferisce a un certo importo che grava sui contratti di locazioni ordinaria, che non prevedono cedolare secca e che è pari al 2% del canone annuo minimo con importo pari a 67 euro.
Si deve l’imposta di bollo in forma agevolata solo in alcuni specifici casi e si calcola nella misura del 2% sul 70% del canone annuo. All’interno dei contratti di locazione sarebbe presente una clausola penale su cui è stato indispensabile intervenire per fare chiarezza.

La funzione della clausola è puramente accessoria
La clausola in questione ha una funzione puramente accessoria e non autonoma se considerata in relazione al negozio principale. Quindi si applica la tassazione più alta solo nel caso in cui questa sia stata indicata all’interno del contratta. In questi specifici casi si applica l’imposta in forma fida pari a 200 euro.
Questo avviene nel caso in cui la prestazione non è stata adempiuta nella maniera corretta, questo indipendentemente dalla prova del danno per inadempimento.