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Tachipirina, non prenderla mai così: rischi la vita | Non lo sa nessuno

Tachipirina – lineadiretta24.it (fonte web)

La Tachipirina, se assunta in dosi massicce, può provocare gravi conseguenze all’organismo umano: ecco come utilizzare questo farmaco.

Partiamo da un presupposto: nessuno può sostituirsi al parere professionale del medico e degli addetti ai lavori in campo ospedaliero. I consigli di dottore e farmacisti, infatti, restano sempre il vademecum migliore per l’impiego di ogni medicinale.

In questo caso, scopriremo i potenziali effetti nocivi del paracetamolo, principio attivo della famosa Tachipirina, nonché di almeno altri 100 farmaci da banco. Disponibile in compresse rigide e orosolubili, supposte oppure sospensione orale, questo farmaco viene in soccorso dei pazienti affetti da influenze stagionali e stati febbrili.

La Tachipirina, inoltre, può essere ordinata tramite prescrizione medica, nella versione 1000, oppure richiesta direttamente al farmacista, a seconda del dosaggio.

La sua estrema diffusione ha creato il falso mito che il consumo abituale di paracetamolo risulti innocuo. Non è così: questo principio attivo, se assunto in quantità molto elevate, può contribuire persino all’insorgenza di letali insufficienze epatiche. Scopriamo dunque qual è la soglia da non superare durante l’assunzione del farmaco.

Tachipirina, attenzione alle dosi raccomandate

L’avvelenamento da paracetamolo avviene solamente nel caso in cui il paziente assuma una quantità molto superiore a quella consigliata dal medico o dal farmacista di riferimento, come d’altronde specificato anche nel bugiardino. Un persona del peso di 70 kg circa, infatti, può assumere 2-3 compresse da 325 mg ogni 6 ore. La dose ritenuta tossica, invece, si aggira sulla trentina di compresse, assunte tutte nello stesso momento. L’eventualità di un’intossicazione risulta quindi improbabile, se non voluta.

Ciò nonostante, è importante approfondire gli effetti di un potenziale avvelenamento da paracetamolo: solitamente questa casistica reca dei sintomi molto specifici. Innanzitutto, possiamo ravvisare episodi di vomito e nausea, che solitamente si manifestano dopo qualche ora dall’assunzione. In questa fase anche il fegato denuncia un funzionamento anomalo. Successivamente, l’intossicazione peggiora lo stimolo del vomito, e possono inoltre insorgere ittero e disfunzioni pancreatiche. In questa secondo step, la minaccia di un’insufficienza renale appare sempre più plausibile. Se gli effetti dell’avvelenamento si prolungano fino a 5 giorni, il fegato può cedere definitivamente, con effetti letali sulla salute del paziente.

medicinali, paracetamolo – lineadiretta24.it (fone pexels)

L’importanza di leggere attentamente il bugiardino

Sebbene suddetta circostanza si configuri come piuttosto remota, val la pena di rispolverare un doveroso leit motiv. A prescindere dalla presenza di paracetamolo, sconsigliamo caldamente l’assunzione di farmaci a cuor leggero, sottovalutando così i potenziali effetti collaterali sull’organismo.

Ogni medicinale è corredato da un dettagliato bugiardino, che spiegherà accuratamente la posologia consigliata e le eventuali interazioni con altri farmaci.