
La strage di Piazza Fontana 45 anni dopo
La strage di Piazza Fontana viene chiamata “la madre di tutte le stragi” perché da lì iniziò la cosiddetta “strategia della tensione” fatta di bombe, morte di civili sui treni e nei comizi sindacali. Quel 12 dicembre 1969, esplose un ordigno nella banca dell’Agricoltura nel centro cittadino di Milano che provocò la morte di 17 persone e il ferimento di altre 88. Le indagini si susseguiranno nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e di destra; tuttavia, alla fine tutti gli accusati saranno sempre assolti in sede giudiziaria. Diverse le iniziative in programma a Milano, a partire dal Consiglio comunale che si riunisce in seduta straordinaria. Nel corso della seduta interverranno i tre sindaci delle città più colpite dalle stragi di quegli anni di tensioni (Milano, Bologna e Brescia), il presidente dell’associazione familiari vittime di piazza Fontana, Carlo Arnoldi, e Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi a nome del comitato permanente antifascista. Alle 16,37, quando scoppiò la bomba, si svolge la cerimonia della posa delle corone in piazza Fontana, mentre alle 17,20 da piazza della Scala parte il corteo che confluisce poi in piazza Fontana per i discorsi conclusivi.