
L’economia messicana barcolla ma non molla
Se a livello generale è diminuita, rispetto agli anni passati, la proporzione di visioni negative riguardo le condizioni economiche del Messico, persistono comunque, vincendo su visioni più positive, la tendenza a lamentare la mancanza di lavoro, l’insicurezza rispetto alla possibilità di un impiego stabile e la preoccupazione di fronte agli aumenti dei prezzi sui prodotti di prima necessità. Il cambio di governo dello scorso dicembre ha sicuramente pesato sull’andamento economico del Paese, la cui crescita del Prodotto Interno Lordo, durante i primi tre mesi del 2013, è risultata essere una delle più povere a livello mondiale; tra le cause di questa recessione va aggiunto anche il fatto che la Semana Santa (la Pasqua) quest’anno è caduta nel mese di marzo e quindi le vacanze hanno portato a zero lavoro e zero produzione. Inoltre la crisi economica scoppiata nel 2008-2009 ha coinvolto il mondo intero, tra cui i potenti Stati Uniti i quali per il Messico rappresentano il maggior socio commerciale che però, ora, ha ridotto grandemente la domanda di importazioni, e il vicino più debole ne ha ovviamente risentito. Da qui l’esigenza da parte del Messico di trovare altri partner commerciali come per esempio la Cina, il cui presidente Xi Jinping verrà a visitare, i primi di giugno, il leader del governo messicano Enrique Peña Nieto.
L’incontro tra quest’ultimo e il Presidente cinese sarà fondamentale per avviare l’eliminazione delle barriere tra le due zone, inoltre i progetti della Repubblica asiatica sono quelli di apportare grandi capitali in Messico, elemento che risulterebbe fondamentale per lo sviluppo del Paese ispanico, visti i progetti di investire nella costruzione di porti, aeroporti, infrastrutture di telecomunicazione e così via. A livello di politica interna invece il Presidente messicano ha messo in marcia, oggi, il Comitato Nazionale di Produttività e ha chiarito quelli che sono gli obiettivi volti alla generazione di una maggiore ma anche migliore produzione interna. L’aumento e la democratizzazione di questa dovranno essere la conseguenza di un maggior livello qualitativo della produzione, raggiungibile grazie alle innovazioni tecnologiche ma anche alla creazione di spazi puliti e sicuri per i lavoratori: maggior produttività quindi non deve significare lavorare di più ma lavorare meglio. I problemi dunque esistono, ma le speranze e i buoni presupposti il Messico non li mette da parte.
Fonti:
http://www.sexenio.com.mx/articulo.php?id=28899; http://eleconomista.com.mx/industrias/2013/05/27/mexico-espera-81000-mdd-inversionistas-chinos; http://www.excelsior.com.mx/leo-zuckermann/2013/05/01/896814.
di Ilaria Francesca Petta
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