
Intervista a Marinella Paolini: On the way
Tra le proposte della Paolini, anche un assaggio di Fusion Art grazie a Pathways, in collaborazione con l’art director Biba Mogherini. Sarà possibile visionare le opere fino al 13 giugno 2014.
PAROLIBERO: Cosa sta a indicare il titolo della mostra On the way?
MARINELLA PAOLINI: «Il mio percorso fotografico artistico attraverso le metropoli e le strade del mondo».
P: Alcune sue foto ritraggono opere d’arte come il Colosseo Quadrato, l’Auditorium Parco della Musica e il MAXXI, qual è il messaggio?
M.P. : «Il messaggio è lasciare una tracciabilità del nostro tempo attraverso quello che più lo rappresenta e cioè le architetture dei più grandi maestri del nostro secolo.
Fotografando le architetture contemporanee con un nuovo taglio e una nuova inquadratura rispetto alla tradizionale fotografia architettonica, per intenderci “alla Gabriele Basilico o alla Mimmo Jodice”, entrando nell’anima del soggetto anche con un solo dettaglio».
P: Toccando alcune opere possono essere percepiti dei rilievi, ritiene che puntando sia sul tatto che sulla vista si ottenga un effetto maggiore?
M.P. : «Assolutamente si, attraverso la mia tecnica di stampa sono riuscita a dare tridimensionalità e matericità alla fotografia».
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P: Pathways è il suo primo progetto fotografico realizzato con la FusionArt, è soddisfatta?
M.P. : «Moltissimo in quanto è per la prima volta al mondo che si parla della fotografia, ultima nata nel mondo dell’Arte, come un movimento artistico all’avanguardia, la FusionArt appunto; è un grande lavoro di precisione e di costi molto elevati in quanto l’opera finale è unica e irripetibile, ed essere riuscita a stimolare la fantasia dei grandi artisti che hanno partecipato a questa operazione è la più grande soddisfazione».
P: È vero che per lei Roma è una città speciale?
M.P. : «Più che speciale è la città… natale! Scherzo, è una città molto difficile dove spesso ci si “impaluda”, ti fa perdere molte energie e la precisione e l’organizzazione sono solo parole dimenticate…! Con l’art director Patrizia Biba Mogherini siamo spesso schernite come “troppo tedesche e facciamo paura per la nostra “esagerata” preparazione professionale…!”».
P: Qual è tra quelle esposte la sua foto preferita e perché?
M.P. : «Veramente tra quelle esposte non ce ne è una preferita…. Devo ancora scattare la mia fotografia preferita!».
P: Pensa che si stancherà mai di fotografare?
M.P. : «Assolutamente no, dopo alcuni giorni che non fotografo sto proprio male fisicamente, la fotografia per me non è solo una passione o un lavoro, ma una vera necessità vitale».
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